La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
insulto, e gli si tolse dagli occhi. Per qualche tempo, nessuna nuova di lui. Ma una notte, in cui Forestina avventuràvasi sola per la campagna
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noi, tuòi vermi, la cui storia è tutta risveglio all'ire, e alle vendette sprone, non fatte oneste dagli onesti nomi; noi, solo uniti ad impedir, che
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, sì certo; ma in che non scòrgesi amore? ... Eppòi, troppo divisi dagli anni! troppo dalla coscienza! ... Pur tuttavìa, quand'egli sedèa presso di lei
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, crollàndosi l'ùmida notte di dosso e sbadigliando e tergèndosi, con le due mani, il sopore dagli occhi, venne con passo avvolto e col cervello
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dagli occhi dolore. In questa, una mano gli toccava la spalla; la nota mano di Tecla. Si volse. Specchiàronsi le loro pupille l'una nell'altra in uno
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bene - che, come lampo, di bocca in bocca trasmesso, suscitàvasi dietro un giubilante rumore. E, allora, accompagnato da Aronne e dagli officiali e dalla
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veniva da un magro e lungo di uno, dal ghigno nudo di peli e giallastro, e dagli occhi - due fili di luce - che apparìvano e scomparìvano a tratti, quasi
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Tedesco, un colosso dagli occhi e dai capelli sbiaditi, toccò la Cecilia, cui, lombi torosi dovèano dare passata degli affanni di cuore. Nè qualcuno